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La lezione da trarre dal fallimento della Silicon Valley Bank

La Silicon Valley Bank (SVB) era una banca di medie dimensioni (la 16esima negli USA) che aveva prevalentemente investito i suoi attivi nei sicuri titoli di stato emessi dal Tesoro USA.

Sicuri però non significa privi di rischio. In effetti, il rapido aumento dei tassi di interesse, posto in essere dalle banche centrali per contrastare l’inflazione, ha ridotto di molto il valore dei sicuri treasury americani.

La SVB si è così trovata dentro una crisi di liquidità che l’ha portata al fallimento: fronteggiare la “corsa agli sportelli” per svuotare i conti correnti da parte dei depositanti dovendo vendere titoli “buoni” ma svalutati.

ALCUNE CONSIDERAZIONI

Gli sviluppi di questa crisi bancaria li vedremo nelle prossime settimane. In questa sede mi preme fare alcune considerazioni.

La prima è che un portafoglio costruito e concentrato (che è l’opposto di diversificato) sui sicuri titoli di stato USA può presentare rischi di svalutazione enormi quando le banche centrali alzano i tassi di interesse (il rialzo dei tassi di interesse operato dalla FED nel corso dell’ultimo anno è il più rapido dal 1980!)

In secondo luogo, fino a ieri il mercato scontava ulteriori aumenti dei tassi di interesse tanto che, con un costo maggiore del denaro, tutto il settore bancario aveva visto aumentare profitti e quotazioni.

Per ultimo, sui mercati finanziari i cambiamenti e le crisi sono difficilmente prevedibili.

DUNQUE QUALE LEZIONE TRARRE?

Per investire bene, non serve lo sciamano (salvo che non sia sempre in grado di prevedere tutto) ma un portafoglio di investimento costruito nel tempo, con pazienza e disciplina, in grado resistere alle crisi che sicuramente ci saranno e di raccogliere i frutti quando quelle crisi passeranno… Perché, e questo lo sappiamo con certezza, prima o poi, passeranno!